Evento inaugurale della Sede di via Agnelli

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Spazio, luce, ordine.
Sono cose di cui gli uomini hanno bisogno,
come hanno bisogno di pane o di un posto per dormire

Le Corbusier

Siamo partiti da qui. Dal bisogno di spazi e di luce, ma soprattutto dalla volontà di migliorare la qualità della vita dei nostri ospiti, del lavoro dei medici, degli operatori e dei parenti che vengono ogni giorno in visita. E così, dopo un cantiere durato 12 mesi, oggi la nostra sede di via Agnelli si presenta profondamente rinnovata e con un ampio e luminoso giardino d’inverno multifunzionale e un giardino delle essenze molto accogliente, fruibili sia dagli ospiti, sia dal personale medico e assistenziale, sia dai famigliari. Spazi che oggi sono diventati il cuore dell’edificio.

Sabato 5 novembre la pioggia battente non ha fermato amici, autorità, giornalisti, rappresentanti di altre istituzioni che hanno voluto unirsi a noi nei festeggiamenti. L’inaugurazione della rinnovata struttura è stata per noi la realizzazione di un sogno. Con soddisfazione, ma anche molta emozione abbiamo accolto tutti gli invitati nella nostra nuova casa. E ha detto proprio bene Monsignor Ivano Valagussa (da poco entrato a far parte del Consiglio di Amministrazione della Fondazione) durante il discorso che ha accompagnato la benedizione: «Cerchiamo il bello per essere belli dentro di noi. Una casa è bella se vissuta da persone che sanno vivere la prossimità, e questa casa avrà sempre la porta aperta, con persone che vanno e vengono per incontrare i loro cari».

Nella conferenza stampa la nostra direttrice, Vanna Barca ha sottolineato che non si è trattato di una semplice ristrutturazione, ma di una vera e propria scommessa «La struttura andava benissimo anche prima, ma ci siamo rimessi in gioco, con una rivisitazione che pone l’accento sulla qualità, perché l’obiettivo è dare maggiore dignità a persone che apparentemente l’hanno persa, perdendo memoria e senso orientamento».
La gran parte dei nostri ospiti infatti sono persone con patologie cognitive, come Alzheimer e demenza. E’ stato quindi particolarmente importante creare uno spazio curato nei minimi dettagli, adatto a queste persone e in armonia con l’intero contesto.

Il giardino d’inverno, ricavato da quello che un tempo era un cortile interno inutilizzato, è il centro vibrante dell’edificio. Su di esso si affacciano tutte le camere e le tante aperture consentono una miglior comunicazione tra gli ospiti anche su livelli differenti. Non solo, perché nell’ampio salone si svolgono quasi tutte le attività sociali e il soppalco che sovrasta la moderna agorà facilita il coinvolgimento di tutti gli anziani, anche quelli con difficoltà motorie e che si trovano al piano superiore. L’assenza di barriere architettoniche e di tutti i dislivelli, i materiali utilizzati e gli accessi al giardino d’inverno rendono l’ambiente sicuro e famigliare.

Accanto al salone, diviso solo da un’ampia vetrata, si apre il giardino delle essenze. Uno spazio protetto e altrettanto sicuro, che permette agli ospiti di vivere all’aperto durante le belle giornate di sole.

Tutto ciò è stato possibile anche grazie a un metodo di progettazione condivisa. L’architetto Armando De Falco, a capo del progetto di ristrutturazione, ha sempre tenuto in considerazione i suggerimenti e le esigenze delle professioni che operano qui in Fondazione così come lo svolgersi della vita e delle attività quotidiane degli ospiti: «Esattamente un anno fa, il 3 novembre 2015 abbiamo calato dall’alto la copertura di quaranta quintali senza interrompere per un minuto le attività della Residenza».

E’ stato sempre l’architetto De Falco a definire “coraggiosa” questa sfida, nel senso etimologico del termine, cioè “avere cuore”: «Qui ho potuto sperimentare una cosa fondamentale: il lavoro è fatto con amore». Ed è per questo che siamo particolarmente orgogliosi di essere riusciti in questa impresa, perché è stata la passione a guidare il nostro impegno e perché questo ora è il successo di tutti.

«Oggi tutti possiamo ammirare la bellezza architettonica ed emozionale di questi spazi. I lavori fatti ci restituiscono un ambiente in cui è più bello e più facile vivere, lavorare e venire in visita ai nostri ospiti» parola del nostro presidente Enrico Colombo.

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